Germogli verdi che sorridono con ingenua aspettativaAlti fili d’erba che chinano insieme il capo,condividendo il calore di un amore d’estateFoglie impallidite, gettate all’improvvisocome uno stormo di uccelli lucenti nel cieloRami morti e terra immobileil rifugio di un eremitadovenel riposo si trova la forza,nel silenzio, l’ispirazione,nella morte dell’ego, nuova vita in un Sé più grande.Guarda:Il tempo, come un vortice,che gira, sempre gira,trae ogni cosa verso un centro immobile.La vita svanisce appena ha cominciato a fiorire.Le foglie cadono,e nella nudità esteriore viene il sonno.E sebbene l’inverno torni sempre a primavera,la tendenza è verso il silenzio:non l’estate, ma la neve è la vittoria finale.Tutto cade via:Gli amati svaniscono nella nebbia del ricordo;le risate del mattino risuonano fiochenelle oscure radure del crepuscolo.L’autunno, non la primavera, è il destino eterno,quando cadono le foglie,e l’interesse umano si affievolisce,e l’anima, dopo aver danzato un poco, esclama:“Basta!"Ho fatto germogliare teneri getti,e alti fili d’erba,e sentito il calore di un amore estivo,ma sempre li ho perduti,e sempre ho lottato per ricominciare,e sempre ho faticato, mi sono aggrappato,e ho disperato nelle ore del crepuscolo,e nella caduta delle foglie.Ma ora so chenella libertà dal bisognorisiede la forza,e nella morte del desiderio.Perché solo nel silenzio"canta il pettirosso della vera gioia."